Terra (estratto)

Pubblico qui un ampio estratto di un capitolo del libro “Esoterico Quotidiano”, poiché penso che sia ormai importante iniziare a dare qualche risposta – ciascuno per quel che la sua coscienza gli permette – alle questioni che vi sono sollevate.

Un giorno stavo guardando delle immagini della Terra vista dallo spazio.
Sapevo che su quella sfera abitavano circa sette miliardi di esseri umani, una quantità incalcolabile di animali, piante di ogni tipo e genere … ma in realtà, in quel momento, vedevo semplicemente UNA cosa: la Terra. Potevo distinguere continenti e oceani, ma non nazioni, città, persone, animali, piante, montagne.
Questo insieme composto di miriadi di elementi diversi mi appariva come “una cosa sola”. E vibrava, nel mio sentire, come un essere, anzi, un Essere.
Dopo quella presa di coscienza decisi di approfondire l’argomento e ne nacquero un po’ di riflessioni, che metterò in fila qui sotto.

Gli esseri umani si chiamano “umani” per derivazione dal termine latino “humus”, che significa “terra” e con il tempo ha assunto il significato di “terra fertile”.
Osservando le cose da questa prospettiva, sono dunque gli esseri umani che appartengono alla Terra e non la terra che appartiene agli esseri umani. E mi è tornata in mente la sorprendente risposta che Seathl, il capo dei pellerossa Duwamish, diede a Franklin Pierce, presidente degli Stati Uniti, il quale gli chiedeva di poter acquistare la terra occupata dalla sua tribù: «Come potete chiedermi di vendervi la terra, non è mica mia!».
Le “Giacche Blu” non capirono molto bene, ma questa è un’altra faccenda.

La Terra esiste da moltissimo tempo, molto tempo prima degli esseri umani.
Secondo alcune ricerche, se facessimo una proporzione e considerassimo la vita della Terra corrispondente a un anno di dodici mesi, l’intera presenza dell’homo sapiens su di essa sarebbe compresa negli ultimi ventiquattro minuti del 31 dicembre, la nascita dell’agricoltura sarebbe avvenuta nell’ultimo minuto e la civiltà industriale starebbe tutta negli ultimi due secondi!
Un serio problema è che gli esseri umani hanno un solo modo per creare la vita ma ogni giorno ne inventano molti per distruggerla. E negli ultimi due secondi del cosiddetto “anno terrestre” hanno prodotto una quantità di inquinamento che la Terra impiegherà chissà quanto tempo a riconvertire. Ci vorrà tutta la sua pazienza!
Certo che prima dovrà occuparsi – e forse liberarsi – del “problema”. Qualcuno (mi pare Nietzsche, ma non sono sicuro) diceva che «la Terra è come una testa che ogni tanto si dà una scrollatina per togliersi i pidocchi».
Brrrrr!

Forse non è facile o immediato pensare alla Terra come a un vero e proprio essere vivente. Ma se provo a guardare me stesso, scorgo sorprendenti analogie: anche io – come lei – ho una superficie (la mia pelle) ricoperta di cose (abiti che mi servono per vivere), sono un insieme di materia solida e di acqua (più o meno nella stessa proporzione di terre emerse e mari sulla superficie terrestre), ospito tantissimi esseri all’interno del mio organismo (batteri, funghi, a volte virus) …
Quando un essere vivente si ammala, se vuole rimuovere in modo naturale le cause della sua malattia e “causare” un nuovo stato di salute, deve riuscire a comprendere perché si è ammalato – in cosa il suo modo di vivere ha prodotto disarmonie incompatibili con la salute – e poi scegliere come riformare il suo stile di vita, in sostanza a cosa rinunciare.
Non è difficile vedere il “modo di vivere” della razza umana attuale come la causa di buona parte dello stato malato della Terra. Ricordate l’agente Smith che mostrava a Morpheus (nel film “Matrix”) come gli esseri umani si comportassero in modo simile a dei virus, arrivando nei luoghi, consumando ed esaurendo le risorse presenti e poi spostandosi in un altro luogo da sfruttare, senza mai lasciare nulla di utile in cambio?
Un virus … Oggi la parola “virus” è diventata piuttosto attuale, ma questa volta siamo dall’altra parte della barricata!

(…)

La Terra ha già vissuto catastrofi epocali, ne troviamo traccia nel mito del Diluvio Universale, o in quelli che riguardano Atlantide e Mu, i continenti scomparsi.
Grandi ricercatori del secolo scorso attestano che tali miti fanno riferimento a eventi realmente accaduti, e che, dopo di essi, la vita sulla Terra non è del tutto scomparsa, ma è scomparsa la civiltà che aveva generato lo stato di cose che aveva reso inevitabile la catastrofe. A loro dire, la vita aveva ripreso il suo corso a partire dalle popolazioni meno sviluppate, le meno responsabili di tale stato di cose.
Accadrà così anche a questa civiltà? Saremo costretti a perdere millenni di civilizzazione (che hanno prodotto tossine, è chiaro, ma anche progresso, affinamento, conoscenze), o sapremo correggere la rotta prima di schiantarci?

La riflessione per me più intrigante è questa, che lascio per ultima: perché la Terra mantiene – nonostante tutto – una possibilità di esistenza aperta per gli esseri umani?
In fondo, nessuna specie del creato è stata ed è altrettanto egoista, crudele e spietata. I dinosauri erano efferati ma uccidevano per mangiare, per sopravvivere. E non sono sopravvissuti, si sono estinti. Perché gli esseri umani no? Cosa perpetua nel tempo – a dispetto di tutto quello che facciamo, o che abbiamo fatto, come specie – il nostro diritto all’esistenza?

(…)

Mi fermo qui, tralasciando gli ultimi passaggi del libro, poiché andare alla ricerca della risposta a quest’ultima domanda – davvero essenziale per comprendere il senso della nostra esistenza su questo pianeta – può essere di per sé uno degli stimoli più potenti per aiutare la nostra coscienza ad affrontare la realtà del nostro tempo.

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