Il mistero della vita

Come promesso, riprendo il tema trattato ne “Il corpo in usufrutto” per (tentare di) approfondire alcune cose lasciate in sospeso. Senza pretendere di essere esauriente, propongo alcune riflessioni che poggiano su delle evidenze, inserite nel quadro delle informazioni tramandate dall’Insegnamento Universale, la Sophia Perennis.

Iniziamo dalla natura di un mistero. Un mistero non è (necessariamente) una cosa nascosta, non è un segreto. È qualcosa che appartiene a una dimensione diversa da quella che frequentiamo abitualmente, e a cui non abbiamo accesso tramite la mente e il suo magazzino dati, la memoria.
Un mistero va scoperto, vale a dire che vanno tolti i veli che lo coprono. Questi veli sono quasi sempre presenti nella nostra mentalità, che ci fa “interpretare” la realtà invece di osservarla in modo oggettivo. Per poter accedere a un piano di comprensione più elevato – o più profondo – abbiamo perciò bisogno di riconoscere innanzitutto una certa impotenza della mente.

Entriamo ora più precisamente nel mistero della vita.
La scienza dispone ormai di strumenti di indagine assai sofisticati, che le permettono – tra l’altro – di rilevare con esattezza quando la vita entra in un corpo e quando ne esce. Però osservate: abbiamo detto che entra ed esce. Dove si trova, la vita, prima di entrare nella dimensione materiale? E dove va dopo esserne uscita? Nessuno lo sa, o meglio, nessuno è in grado di dimostrarlo, di mostrarlo ad altri.
Non è tuttavia vero che nessuno sia in grado di penetrare nel mistero della vita e di “conoscere” la sua origine. Per farlo è però necessario accedere a un’altra dimensione esistenziale, quella che sta dietro ai fenomeni che possiamo osservare in questa dimensione.
L’Insegnamento Universale parla di sette “domini cosmici”, sette dimensioni concentriche, occupanti lo stesso spazio e presenti nello stesso tempo.
La settima dimensione, quella in cui avvengono i fenomeni che possiamo osservare in ogni ambito dell’esistenza, è contraddistinta dal concetto “mutamento”: qui ogni cosa cambia continuamente, alternandosi prima o poi con il suo opposto, in un movimento costante tra un polo e l’altro, sia nell’ambito materiale che in quello energetico o sentimentale. Se osservate non solo i fenomeni intorno a voi, ma anche per esempio le mutazioni sentimentali che avvengono al vostro interno, non potrete che essere d’accordo.
La vita si trova invece nella sesta dimensione, e da lì entra nella settima attraverso la nascita (in realtà un po’ prima, già nella gestazione), dove risente dello stato di alternanza ed è costretta infine a uscire nel momento della morte.
Questa realtà non può essere dimostrata con gli strumenti propri alla settima dimensione, come quelli della scienza empirica, ma ha una sua evidenza, perlomeno per coloro che intuiscono l’esistenza di una dimensione superiore.
In noi è presente un elemento che vibra – o può vibrare – in risonanza con la sesta dimensione e ne è di fatto anche la soglia, la porta d’accesso. Esso si trova in corrispondenza del punto in cui la vita entra ed esce dalla dimensione materiale, il cuore. Questo elemento è però per noi quasi sempre inconsapevole, latente, “coperto” da svariati veli che ce ne nascondono la percezione. È anch’esso un mistero da scoprire, dunque.
Nel momento in cui vogliamo comprendere veramente cos’è la vita, da dove proviene, come si comporta, a quali leggi risponde, che funzione ha nel grande Progetto Universale in cui siamo coinvolti come esseri umani, è necessario – anzi, indispensabile – iniziare a togliere i veli che coprono la nostra percezione della porta che da accesso alla sua realtà.

Lo so, non ho scritto finora nulla che riguardi il “senso” della vita, la sua finalità. Non è per cattiva volontà, è che non è per nulla facile farlo correttamente. Infatti, per quanto ne so io, il (vero) senso della vita si trova anch’esso in quel “sesto dominio cosmico” di cui parla l’Insegnamento Universale. E solo entrando di fatto in tale dimensione esistenziale superiore, realmente, fosse anche solo per un attimo, ogni cosa trova il suo senso, il suo ordine, la sua causa e il suo fine. Per cui è estremamente importante fare ogni cosa possibile per avvicinarsi alla porta ed entrare.

Penso che qualcuno tra di voi intuisca l’attendibilità di quanto sostengo e sia preso dall’anelito di approfondire il tema. Fatemelo sapere, poiché in tal caso vi è (ancora) parecchio da dire sull’argomento.

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