Dal vetro allo specchio
La vita scorre, davanti ai nostri occhi un flusso ininterrotto di eventi si dipana come un film, di cui noi siamo a volte protagonisti, a volte semplici spettatori.
La nostra società ci ha educati – più o meno sottilmente - a un pensiero materialistico, in cui la vita è frammentata, meccanica, in fondo casuale … ma, sotto sotto, alcuni di noi si chiedono: esiste un copione, in questo film? Qualcuno ha scritto il soggetto, la trama? C’è un regista? Un produttore?
Il più delle volte il film procede senza coinvolgerci direttamente, i media ci raccontano quel che accade nel mondo e noi, dietro lo schermo della tv o del nostro tablet o del nostro telefono, seduti comodi in poltrona, impegniamo la nostra mente nella ricerca del “giusto e sbagliato”, di ciò che è bene e di ciò che è male, di chi ha torto e di chi ha ragione.
Ma può accadere che ci ritroviamo a essere noi stessi personaggi sul palco del teatro della vita, al centro della scena, talvolta come protagonisti, talvolta come comparse. E in tal caso ecco rispuntare la domanda: esiste un copione?
Quando le “onde del destino” ci toccano, quando ci afferrano o anche semplicemente ci lambiscono, la nostra prima preoccupazione è metterci in salvo, ritrovare la terra ferma, tornare in sicurezza a guardare il “film” come dietro a un vetro, al riparo dalla forza inarrestabile del mare della vita.
Dietro al vetro possiamo pensare che le onde del destino siano in fondo casuali, come quelle del mare, che sono generate da correnti di cui non conosciamo l’origine. Ma … se non riusciamo a tornare “dietro al vetro”? Se siamo noi i protagonisti della scena, se quello che accade ci ha scosso nel profondo e non riusciamo più a dormire tanto bene, per esempio?
La domanda teorica “esiste un copione nella vita” diventa un altro tipo di domanda, molto concreta e realistica: esiste un copione nella mia vita? E come scoprirlo, come conoscerlo?
Si può rispondere a domande di questo tipo? Io ci ho provato, in molti modi, e qualcosa ho trovato.
Raccontarlo non è semplice, poiché ciascuno di noi ha il suo percorso, e quello che vale per me non necessariamente vale per un altro essere umano. Però vi sono degli elementi simili, dei princìpi che secondo me valgono per tutti. E di questi si può parlare.
Ho cercato di rispondere a quelle domande partendo da un’intuizione, qualcosa che sentivo nel cuore come una certezza, anche se non ne conoscevo fino in fondo la portata: non v’è nulla di casuale negli eventi che accadono.
La mente mi disse poi che, come conseguenza logica, se una cosa accade a me, è perché mi riguarda personalmente.
E il passo successivo fu che evidentemente – anche se a quel tempo per me inspiegabilmente – il copione della mia vita lo stavo scrivendo io, o qualcosa dentro di me.
Ero passato, quasi senza rendermene conto, “dal vetro allo specchio”. Dal guardare le cose come se fossero esterne e indipendenti da me, all’osservare in ogni evento, in ogni accadimento, in ogni situazione in cui mi venivo a trovare la manifestazione di un aspetto del mio essere. Divenni responsabile della mia vita.
Fu il primo passo di una nuova esistenza. Poiché, se una cosa non dipende da me … non posso fare nulla, veramente nulla, sono in balia degli eventi. Ma se dipende da me, se la responsabilità è mia, allora posso fare qualcosa. Posso cambiare, trasformarmi.
Non che questo basti da solo a cambiare il copione della nostra vita, la questione è un po’ più complessa di così, per quel che ne so. Ma … è il primo passo. E questo passo è da un lato strettamente individuale, dall’altro indispensabile per tutti: se non dipende da me non posso fare nulla, se dipende da me … posso fare.
Dal vetro allo specchio. Un solo passo. Non è facile, ma è in fondo semplice.