Il destino - 2
Papà, ritorniamo a parlare della storia di Fatima (vedi “Il destino – 1”)?
Come è possibile che il destino l’aspettasse a Chesmacoràn, ma solo dopo tutte quelle disavventure? E non un destino qualsiasi, ma uno connesso proprio con le disavventure.
Dai, non ha senso! È come se il presente dipendesse dal futuro, invece che dal passato.
Capisco, per te è comprensibile che ciò che ti accade oggi sia stato causato – in qualche modo – da ciò che hai fatto ieri, o comunque prima, vero? Tipo: se non studi prendi brutti voti a scuola.
Eh, sì! Non è così?
Potrebbe non essere SOLO così.
A funzionare così è il karma, la legge di causalità: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, come dovresti aver studiato in fisica. Nel gioco della vita questa reazione può farsi valere quasi subito o anche molto più tardi, a volte addirittura nelle vite successive.
Ma il nostro destino non è composto solo di karma, è la nostra “destinazione”.
La vita in fondo è come un viaggio, un’avventura, e ogni viaggio ha la sua destinazione.
Sarà, ma io non so proprio nulla della destinazione della mia vita!
Più che ragionevole, alla tua età. Considera però che “qualcosa in noi” potrebbe sapere già verso dove si sta dirigendo la nostra esistenza, anche se la nostra coscienza non è ancora in grado di accettarlo ... magari perché vi sono delle tappe intermedie del viaggio che preferiremmo evitare.
Ma perché, se queste tappe intermedie non ci piacciono, dobbiamo passarci lo stesso? Non siamo noi a decidere dove andare, nella vita?
Non sempre.
E in certi casi, nei momenti veramente importanti, non è detto che – se potessimo farlo – sarebbe un bene. Eraclito, un saggio delle Grecia antica, diceva che «non sarebbe certo meglio se agli uomini accadesse proprio quello che si augurano».
E perché mai?
Rifletti: noi possiamo augurarci solo ciò che riusciamo a immaginare, ma possiamo immaginarlo solo se lo conosciamo già, se fa già parte della nostra esperienza. In pratica è qualcosa del nostro passato, e se potessimo solo riprodurre il passato non ci sarebbe mai alcuna evoluzione, non trovi? Infatti le cose migliori della vita arrivano quasi sempre inaspettate ...
Quindi naufragare, essere rapita e venduta al mercato, lavorare duramente e poi naufragare di nuovo … una meraviglia l’inaspettato di Fatima!!!
Marvilla, tu sei una ragazzina di quindici anni e ancora non lo sai per esperienza diretta, ma vedrai che tutti i grandi cambiamenti nella vita, soprattutto i cambiamenti del “senso” che noi diamo alla vita, del suo significato, sono sempre causati da una crisi: una malattia, la perdita di una persona cara, la fine di un amore, un fallimento lavorativo ...
La natura umana è tale che, quando tutto va bene, non siamo portati a chiederci il senso delle cose, finiamo per vivere in una beata (ma in fondo sciocca) incoscienza. Ma quando siamo in difficoltà ... allora sì che ci impegniamo!
Tipo Ed Sheeran, che era balbuziente e ha risolto il problema mettendosi a cantare? Ho letto che all’inizio imparava a memoria le canzoni di Eminem e le ripeteva ad alta voce, scoprendo via via che non cantava così male. Alla fine la balbuzie se ne era andata e lui era diventato un cantante!
Sì, intendevo proprio questo. Senza la balbuzie forse non avrebbe mai provato a cantare e la sua esistenza avrebbe percorso strade ... direi meno gratificanti, ti pare?
Tornando alla storia di Fatima, essa non è necessariamente veritiera ma ha centrato in pieno il suo obiettivo, poiché ti ha spinto a chiederti se ciò che ci aspetta nel futuro ha qualche influenza su ciò che ci accade nel presente, e non è una domanda per nulla banale!
Ma non trovo la risposta …
Finché consideri il tempo come se passato, presente e futuro fossero tre elementi distinti, indipendenti tra loro, successivi l’uno all’altro, è difficile trovarla.
Ma se l’avventura della vita fosse un tutt’uno? Un insieme compatto, come una sfera in cui ogni elemento influenza tutti gli altri?
Per esempio, se il tuo destino fosse quello di essere una certa persona, con determinate caratteristiche, con dei talenti sviluppati e maturi, da te ben padroneggiati, e – affinché questo si verifichi – fosse necessario che tu passassi attraverso alcune esperienze formative?
Come a Fatima.
Certo che ha avuto una storia terribile!
Se fosse dipeso da lei, si sarebbe probabilmente accontentata della sua condizione di erede di una filanda, non si sarebbe messa volontariamente nelle condizioni di imparare a tessere e a costruire travi. Senza considerare l’elemento più importante: la forza d’animo che ha consolidato dentro di sé per superare tutte le sue traversie.
In effetti …
Ma allora perché, da quel che sento in giro, nessuno ci capisce niente, tutti pensano che l’esistenza sia governata dai capricci del caso?
No dai, non tutti ... E nemmeno tu: non è certo per i capricci del caso che a volte prendi brutti voti, no?
Ma hai ragione, vedere la vita come una sfera compatta, i cui elementi sono interdipendenti, è frutto di un’importante presa di coscienza, e non molti sono in grado di farla.
Ora però si è fatto tardi, ne parliamo la prossima volta.