Il destino - 1

Papà, facciamo come quando ero bimba? Mi racconti una storia prima di andare a dormire?

Volentieri Marvilla.
Vediamo un po’ ... sì, ci sarebbe una storia interessante, che fa riflettere su una questione piuttosto importante.

C’era una volta una giovane chiamata Fatima che viveva in una città mediorientale. Suo padre era proprietario di una filanda e un bel giorno partì con lui per un viaggio nel Mediterraneo, nella speranza di trovare un giovane onesto che la sposasse.
Durante il viaggio però, nelle vicinanze dell’isola di Creta, scoppiò una furiosa tempesta e la nave naufragò. Tutti i viaggiatori morirono eccetto Fatima, che fu gettata dal mare su una spiaggia vicino ad Alessandria.
Aveva perso quasi del tutto la memoria quando incontrò una famiglia di tessitori, molto poveri ma generosi, che l’accolsero nella loro casa e le insegnarono i rudimenti del loro mestiere.
Passarono due anni e Fatima si era ormai quasi adattata al suo destino, quando un giorno, mentre passeggiava sulla spiaggia, venne catturata da alcuni mercanti di schiavi che la portarono a Istanbul per venderla. E a nulla le servì disperarsi per questo suo secondo colpo di sfortuna.

A Istanbul fu comprata da un fabbricante di travi che, commosso dalla sua tristezza, pensò di offrirle una vita meno dura di quella che avrebbe avuto con un altro padrone e decise di darla a sua moglie come serva. Appena giunti a casa seppero però che un grande carico di travi era appena stato rubato dai pirati. Il fabbricante restò così senza operai e dovette mettersi a lavorare, assieme a sua moglie e a Fatima.
In questo ultimo lavoro Fatima divenne così abile che il suo padrone decise di restituirle la libertà e la inviò a Giava come responsabile di un carico di travi. Ma per la terza volta il destino era in agguato: vicino alla costa di Chesmacoràn un tifone fece naufragare la nave.
Gettata ancora una volta su una spiaggia sconosciuta, Fatima gridò la sua disperazione al cielo. Ma il cielo taceva e lei, rassegnata, cominciò ad addentrarsi nell’entroterra.

Devi sapere che in quell’epoca una leggenda diceva che un giorno sarebbe giunta a Chesmacoràn una straniera capace di fabbricare una tenda per il re. Poiché in quei luoghi nessuno sapeva costruire una tenda, il re inviava una volta l’anno un messaggero incaricato di cercare tutte le straniere. E Fatima giunse in città proprio mentre vi passava anche il messaggero.
Questi la condusse a corte, dove le domandarono se fosse capace di fabbricare una tenda. Fatima pensò a tutte le tende che aveva visto durante i suoi viaggi e rispose di sì.
Domandò così della corda, ma a Chesmacoràn non ne avevano. Ricordò allora del tempo in cui filava, chiese del lino e confezionò la corda che le occorreva. Chiese poi della tela, ma neanche questa esisteva a Chesmacoràn. Ma Fatima, approfittando di ciò che aveva imparato con i tessitori di Alessandria, poté tesserla da sola. Mancavano ancora i pali, ma dopo aver costruito delle travi, fare dei pali fu per lei un gioco da ragazzi.
La tenda per il re fu così rapidamente costruita ed era cosi meravigliosa che questi promise di esaudire un desiderio della giovane, qualunque fosse. Fatima chiese di potersi stabilire a Chesmacoràn, dove si sposò in seguito con un principe e visse felice, circondata dai suoi figli, fino alla fine dei suoi giorni.

Che strana storia, papà!
Sembra che il destino di Fatima fosse lì, a Chesmacoràn, che attendeva solo lei per realizzarsi. Ma sono dovute succedere un mare di cose, prima. Come è possibile?

Ora è un po’ tardi per cercare insieme una risposta, bisogna rifletterci con calma. Lo faremo la prossima volta.
Per ora lascia che la tua domanda si depositi giù, in fondo alla coscienza, vedrai che nei prossimi giorni qualcosa emergerà.
E ora ... andiamo a nanna!
Scrivimi cosa ne pensi