La stella polare

Che ne siamo consapevoli o no, ciascuno di noi ha al proprio interno una sorta di “piramide dei bisogni” personale, in cima alla quale si trova un certo valore, quello che noi riteniamo primario in un determinato momento della nostra esistenza.
Pensando per esempio alla nota triade “amore-salute-denaro”, quando siamo innamorati il denaro è importante solo nella misura in cui ci permette tutte quelle cose che ci piace fare nella relazione amorosa: cene, viaggi, doni … Non è che non conti più nulla, ma è certamente secondario rispetto all’amore. E la salute … a volte per amore persino la si perde!
In caso di malattia è evidente che la cosa fondamentale, irrinunciabile, diventa ritrovare la salute. Il denaro può servire tuttalpiù a pagare dottori e medicine, e l’amore può aspettare.
Ma se non onoriamo le rate del mutuo e la banca minaccia di prenderci la casa dove viviamo, il denaro diventa piuttosto importante, vero?
Momenti diversi, situazioni diverse, priorità diverse.
La “scala di priorità” nella nostra vita è importante, determinante, poiché la nostra energia va innanzitutto verso il valore che in quel momento sta in cima, da un lato animandolo e dall’altro prendendone spunto per le decisioni importanti. Dopodiché tutti gli altri vari aspetti della nostra vita si adeguano, per quanto possibile.

Parlando più in generale, nella nostra vita vi sono dei valori personali, individuali nel senso più stretto, che sono a un tempo fondamento e stella polare della nostra incarnazione presente (come dicevamo nel precedente articolo “Le ferite”).
Quando la nostra anima ha individuato – prima della nascita – un involucro terrestre per proseguire il suo viaggio attraverso lo spazio e il tempo, lo ha scelto sulla base di alcuni impulsi che dovevano (o potevano) orientare il percorso di vita verso una corretta evoluzione.
Questi impulsi si sono incarnati in alcuni particolari valori, i quali affiorano in genere già durante l’infanzia e nell’adolescenza divengono determinanti nel nostro modo di guardare il mondo. Solo che poi il confronto con la dura realtà dell’esistenza toglie loro forza e raggio d’azione, arrivando talvolta ad annichilirli completamente.
Ciò che accade più frequentemente è che essi escono dalla nostra consapevolezza e smettono di influenzare le nostre scelte quotidiane.

Volendo fare un paragone nautico, è un po’ come se iniziassimo un viaggio per mare (la nostra esistenza) con una rotta precisa, determinata dal tipo di vascello ed equipaggio a nostra disposizione (il corpo e il tesoro karmico, positivo e negativo) e orientata dalla stella polare che ci guida nella notte (i nostri valori fondamentali); ma poi, un po’ alla volta, ci facessimo distrarre da altre suggestioni, vagando da un porto all’altro senza più un progetto preciso, attratti da obiettivi che non sono più veramente “nostri” nel senso più intimo e individuale, condizionati come sono da elementi esterni a noi.
In tal caso, a prescindere da quanto il nostro girovagare sul mare dell’esistenza sia più o meno gradevole e soddisfacente, alcuni di noi avvertono un grande vuoto, come se mancasse loro qualcosa di fondamentale. E tale vuoto porta con sé un senso di smarrimento.
La stella polare è stata a volte chiamata “musa dei naviganti”, per la sua proprietà di ispirare i viaggi nella notte, quando il sole non illumina la scena.
Nella nostra vita, quando non vi è un obiettivo palese a fare da guida (un sole), è un po’ come viaggiare al buio, il rischio di perdersi è alto, sapersi orientare è straordinariamente importante. Dunque, se proviamo quel senso di vuoto, quello smarrimento, ritrovare la stella polare della nostra incarnazione nella materia è indispensabile.

Come fare?
Qualche domanda ci può aiutare.
Quali erano i miei valori sacri, quelli per cui vibravo di emozione, nell’adolescenza? In cosa credevo? Per cosa ho persino pensato, a volte, di sacrificare la mia stessa vita?
Davvero quei valori sono andati perduti, o li ho solo dimenticati da qualche parte?
Se la nebbia avvolge ancora questa presa di coscienza, c’è un’ulteriore domanda che la può diradare: qual è stata la mia più grande delusione? Poiché essa identifica chiaramente quale valore primario abbiamo sentito tradito, quale ferita fondamentale non si è rimarginata.
Non che si possa fare un banale “copia-e-incolla”, prendendo ideali e sentimenti giovanili e infilandoli tout court nella nostra esistenza attuale, non funzionerebbe. Ma quei valori erano la cosa più “nostra” che avevamo, e da lì possiamo ripartire, usandoli come stella-guida per trovare un corretto orientamento in questi tempi così poveri di luce.
Una volta ritrovata questa importante parte del nostro essere, lo smarrimento se ne andrà, poiché sentiremo di avere una direzione nella vita e le nostre energie smetteranno di disperdersi in mille rivoli sterili, inseguendo i tanti miraggi che la società moderna alimenta senza sosta.

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