Tempo (estratto)

Amico mio, (…) quante volte ti è capitato di dire «Non ho tempo!», negli ultimi anni? Non considerare quello che è accaduto a molti di noi durante l’isolamento dovuto al Covid19 e torna alla situazione in cui abbiamo vissuto fino a qualche mese prima, quella tipica della nostra società occidentale.
Concorderai che a tutti noi è mancato il tempo per fare molte cose, soprattutto non abbiamo più avuto del “tempo vuoto”, del tempo da dedicare a noi stessi, o ne abbiamo avuto pochissimo, in genere alla sera, alla fine del lavoro, quando eravamo ormai stanchi, praticamente esauriti …
Ti sei chiesto che fine ha fatto quel tempo? Qualcuno lo ha preso e portato via?

Una cinquantina di anni fa Michael Ende pubblicava “Momo”, un libro per ragazzi dove degli immaginari Uomini Grigi rubavano letteralmente il tempo degli esseri umani (le loro “ore-fiore”), mostrando la presunta inutilità del tempo libero e spensierato e promettendo che, se avessero seguito i loro consigli, avrebbero potuto monetizzare tutto il loro tempo.
Nel libro Momo riusciva, grazie all’alleanza con Mastro Hora, il Signore del Tempo, a sconfiggere gli Uomini Grigi, ma se guardiamo con lucidità la vita che conduciamo in questa epoca, c’è da pensare che nella realtà hanno invece vinto loro, gli Uomini Grigi!
Ancora prima, molto prima (più di 2000 anni fa, quando gli Uomini Grigi non c’erano), Seneca asseriva, in risposta alla considerazione di alcuni sul fatto che la vita umana fosse troppo breve:
“Non abbiamo a disposizione poco tempo, ma ne perdiamo molto. Abbastanza lunga sarebbe la vita, se fosse impiegata tutta bene, e ci è data con larghezza per la realizzazione delle cose più grandi. Ma quando scorre nella dissipazione e nell’inerzia, quando non è spesa per alcuna buona attività, allora ci accorgiamo che il tempo è passato senza che ce ne siamo resi conto.
È così: non riceviamo una vita breve, ma tale l’abbiamo resa”
.

Quando Momo chiede a Mastro Hora di impedire agli Uomini Grigi di derubare gli esseri umani del loro tempo, questi gli risponde «Non posso! Devono essere gli uomini stessi a decidere come impiegare il proprio tempo, è a loro che tocca difenderlo. Io posso soltanto distribuirlo».
È vero, amico mio, impietosamente vero, ciascuno di noi ha la gestione del proprio tempo – una responsabilità e un’opportunità insieme – e dobbiamo riconoscere che in genere non siamo per nulla dei buoni gestori!
Ma forse il tempo racchiude un mistero …

Anni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti, secondi … la misura del tempo sembra essere per tutti la stessa, scandita ormai da orologi satellitari validi per tutti gli esseri sul pianeta, ma ti sarà sicuramente accaduto di vivere attimi che sono durati tantissimo, oppure lunghi periodi di tempo che sono volati via in un batter d’occhio.
Come mai? Il tempo non è sempre uguale? Cosa rende il suo scorrere in certi frangenti così … elastico? Potrebbe essere la relazione che abbiamo con ciò che sta accadendo?
Forse un’emozione che ci cavalca? Il dispiegarsi di un sentimento? L’approccio della coscienza?
Perché gli attimi che precedono un possibile incidente durano tantissimo e contengono una presa di coscienza che a volte abbraccia tutta una vita? Perché un grande amore durato forse solo pochi mesi occupa uno spazio così grande nei nostri ricordi?

Emozioni, sentimenti, prese di coscienza … stiamo parlando, in fondo, di attività dell’anima, non è vero? Allora forse si potrebbe dire che vi è un “tempo del corpo” e un “tempo dell’anima”.
Sappiamo che fin dall’antichità il primo misuratore del tempo è sicuramente stato il battito del cuore: in effetti, la durata di un minuto di sessanta secondi racchiude in genere poco più di una sessantina di battiti cardiaci. Ecco il “tempo del corpo”, poiché il corpo segue lo scorrere del “tempo uguale” e regola le sue funzioni su di esso.
Per quanto riguarda il “tempo dell’anima” entriamo in un ambito molto più variegato, poiché l’anima, la nostra anima, può assumere connotazioni e caratteristiche assai diverse. Platone diceva che, per sua stessa natura, essa può essere molto vicina al corpo così come molto vicina allo Spirito, a seconda del suo orientamento e del suo grado di sviluppo. La nostra anima vive quindi lo scorrere del tempo in modo vario, a seconda di più fattori.

Tieni poi conto che gli antichi Greci usavano due termini distinti per indicare il tempo, Cronos e Kairòs.

Cronos si riferisce al tempo cronologico, il “tempo uguale”, lo scorrere lineare di passato-presente-futuro.
Kairòs indica un momento di tempo nel quale accade qualcosa di speciale, qualcosa di unico e irripetibile. “Carpe diem – cogli l’attimo” … ecco davanti a noi un possibile frammento del tempo Kairòs.

(…)

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