Il punto di vista

Agli inizi del XVI secolo, dunque circa cinquecento anni fa, Copernico metteva ufficialmente in discussione il cosiddetto sistema tolemaico (il quale sosteneva che la Terra fosse al centro dell’universo e che tutti gli altri astri le girassero intorno), mostrando con i suoi calcoli astronomici e matematici che in realtà era il Sole al centro del sistema e che tutti i pianeti, Terra compresa, gli orbitavano intorno.
Inizialmente questa scoperta scientifica faticò molto a imporsi, a causa di credenze e superstizioni pseudoreligiose, ma segnò infine “un prima e un dopo” nella storia dell’umanità, come tutti abbiamo appreso a scuola in gioventù. Tuttavia … siamo proprio sicuri di aver compreso bene cosa significa e soprattutto cosa comporta, una visione di questo tipo?
C’è davvero una sostanziale differenza tra il guardare il cielo stellato pensando orgogliosamente, in quanto terrestri, di essere al centro dell’universo e l’affrontare ogni relazione con gli altri esseri umani facendo riferimento solo al proprio interesse personale, come se tutto girasse intorno a noi? Perché è questo che sta accadendo, alle persone come alle nazioni!

Ci siamo dimenticati che, esattamente come la Terra fa parte del sistema solare, anche noi siamo TUTTI parte di qualcosa. E come la più piccola anomalia nell’orbita di uno qualsiasi dei pianeti si ripercuote inesorabilmente su tutto il sistema solare, così anche noi siamo di fatto responsabili di ciò che accade negli organismi di cui facciamo parte … anche se non ce ne rendiamo conto!
Noi tendiamo a porci costantemente al centro del mondo, a vedere le cose in modo egocentrico, ego-centrato, (“questo mi piace e quello non mi piace”, “questo mi conviene e quello non mi conviene”) e non ci accorgiamo che, se qualcosa favorisce noi ma danneggia un membro della nostra famiglia, del nostro ambiente di lavoro, della squadra sportiva o del gruppo di amici di cui forse facciamo parte, questo si ripercuote prima o poi anche su di noi … annullando i benefici ottenuti e generando una reazione a catena di eventi incontrollabili e sovente funesti. Oggi più che mai.
Se fossimo più consapevoli di essere semplicemente un pianeta che partecipa a un sistema – come in realtà è – probabilmente il nostro agire sarebbe diverso.

Per le nazioni accade qualcosa di simile.
Per esempio, l’Europa ha depredato l’Africa delle sue ricchezze, per secoli e in modo sistematico, esasperato e unilaterale, senza lasciare agli africani nulla in cambio, e ora ci si stupisce che essi vengano qui a reclamare una possibilità di esistenza, che in fondo sarebbe solo una piccolissima parte delle risorse sottratte. Gli Israeliani hanno combattuto duramente, settant’anni fa, per garantirsi un lembo di terra su cui vivere, ma oggi lo negano ai Palestinesi. E l’elenco di situazioni così sarebbe lungo …

Perché nessuno sembra rendersi conto che in realtà siamo tutti sulla stessa barca?
Ciascuno di noi è a contatto ogni giorno con molti suoi simili ed è responsabile di ciò che irradia intorno a sé, poiché ogni essere umano è contagioso e contagiabile. Lo so a cosa state pensando, ma non solo virus e batteri si trasmettono tra gli esseri umani: stati d’animo, pensieri, emozioni, paranoie viaggiano empaticamente dal nostro sistema vitale a quello altrui, e viceversa. Che ce ne rendiamo conto oppure no, accade. In modo molto più ampio e profondo di quanto si possa immaginare.

Nel paradigma copernicano (dove la Terra e il nostro ego non sono al centro del mondo ma parti viventi di un sistema), la domanda più importante è: come posso contribuire al buon funzionamento del sistema di cui faccio parte? Che sia la famiglia natale o quella che mi sono creato, il mio ambiente di lavoro o qualunque altro contesto collettivo in cui mi trovo, cosa serve all’insieme?

Passare dal paradigma tolemaico a quello copernicano non è questione di un attimo. Quando si cambia prospettiva, il modo di guardare la vita, ogni cosa cambia. Ogni cosa va riscoperta, in una luce diversa.
Cosa vedete, amici, amiche, se guardate l’insieme che vi circonda in questo momento da questo punto di vista? Cosa vi suggerisce la vostra sensibilità, cosa percepite? Qualcuno sta soffrendo? Quali nodi impediscono il buon fluire delle varie situazioni? V’è qualcosa che potete fare, per favorire il loro scioglimento?
Se tutto questo vi sembra un po’ strano, provate a osservare la vostra vita a ritroso – qualche situazione in cui siete stati coinvolti e che per voi sia stata importante, significativa – e ponetevi le stesse domande.
Con il “senno di poi”, una volta che la situazione ha avuto il suo decorso, si comprende meglio cosa è realmente accaduto, dove si trovavano eventuali punti di svolta, chi – in quel caso – fungeva da “sole” e come avrebbero dovuto agire i vari “pianeti” per favorire un buon evolversi della situazione. Non per cercare di scaricare su altri la responsabilità dell’accaduto, ma per comprendere a fondo quale era il nostro ruolo, e quale sarebbe stato il miglior apporto che avremmo potuto offrire.

Siamo talmente abituati a guardare il tutto dal nostro personale punto di vista che serve un po’ di allenamento per cambiare prospettiva, per vedere quello che realmente accade nelle varie situazioni.
Qualcosa si svela? Il dipanarsi della vostra esistenza assume una nuova prospettiva? Cosa affiora alla vostra coscienza?
Raccontatemi.

Scrivimi cosa ne pensi